giovedì 17 dicembre 2009

Topolino

IL Nano2, altrimenti detto Tatà, ha un pupazzo di Topolino, quello vero, grande circa la metà di lui. Visto che conosce le sue gesta attraverso i cartoni animati (tutte le sere dice "Mamma mamma, metti cattoni, metti Toppolinooo!", anche e non sempre viene accontentato, tengo a sottolineare), gli è molto affezionato.
In realtà Tatà è un po' feticista, si affeziona spesso a qualche oggetto e per qualche giorno se lo porta dietro. A parte gli immancabili "B-GI B-GI e Dudù", che sono rispettivamente un ex-pigiamino e un orsacchiotto con tanto di giacchino, che sono i suoi dudù ufficiali con cui dorme e con cui si consola quando si fa male o quando lo sgrido, altri oggetti si alternano nelle sue grazie.
Per esempio per qualche giorno si porta dietro ovunque un cucchiaino e un guanto da lavoro di suo padre, oppure un foglio piegato e una macchinina e un piccolo camoscio a cui ha rotto le corna e che quindi chiama capra, e via dicendo. Se li porta ovunque vuol dire che se per esempio va a fare pipi' posa diligentemente tutti i suoi feticci per terra vicino al water, dopodiché, a operazione completata, li riprende. Se glieli porgo, controlla che ci siano tutti.
Idem se si siede sul divano: li posa con delicatezza vicino a sè e se qualcuno si siede vicino verifica che non glieli sottragga o che non li schiacci.
Da circa due settimane l'oggetto in questione, insieme a qualche altro però più "passeggero", è Topolino. Una sera Monsieur ha preso il pupazzo e lo ha fatto parlare e gesticolare, apprezzatissimo da Tatà, e anche da Nano1.
L'indomani, stanca perché non riuscivo a farli finire di mangiare, ho provato a fare lo stesso giochino e, con la voce in falsetto, ho fatto parlare Topolino.
Magia delle magie! Ho scoperto un super-potere di Topolino: Tatà gli obbedisce senza batter ciglio! Fa tutto quello che gli dice! E' da una settimana che nei momenti più difficili (ovvero picchi di disobbedienza e momenti di ribellione acuta dei Nani, o crisi di nervi di Isa) posso contare su Topolino.
Quello di Tatà per Topolino è un amore e una devozione senza limiti. Basta che Topolino gli dica di mangiare e lui lo fa, può anche mettersi all'istante le pantofole, correre a fare pipì e lavarsi le mani, smettere di piangere, mettere in ordine tutti i giochi, e tutto questo sorridendo. Ala fine dice "guadda Topolino!". Al ché Topolino lo felicita e subito ne approfitta per dargli un altro ordine!
Quando si tratta di andare all'asilo è dura lasciare Topolino, ma basta che il personaggio gli dica "Io rimango qui sul tuo seggiolone ad aspettarti Tatà" e subito il Nano risponde "D'accòddo" e se ne va tranquillo.
Un giorno che ho messo a letto Tatà per la siesta ma che era un po' eccitato, ho messo Topolino con lui, e dandogli le spalle gli ha detto "Tatà io adesso voglio dormire perché sono stanco, non parlarmi, stai fermi fermo e non disturbarmi". Non si è più mosso e non ha fiatato!
Tutto ciò è molto comodo per me, ma mi chiedo perché non puo' obbedire così anche a me?
Ci ho anche provato: gli ho dato un ordine con la mia voce normale e non ha reagito, ma appena Topolino gli dice la stessa cosa gli obbedisce subito!
TOPOLINO, SPOSAMI!

domenica 13 dicembre 2009

Lupi

Ieri siamo andati a vedere uno spettacolo in piazza, in cui tre veri lupi, ognuno al guinzaglio del suo padrone, hanno saltato, sono passati attraverso un cerchio di fuoco, hanno camminato in equilibrio su un'asse. I nani erano contentissimi anche se non proprio tranquilli. In effetti Tatà avrebbe voluto portare la sua pistola e Nano1 il suo fucile, ma glielo abbiamo impedito ed è quindi naturale che cosi' indifesi non fossero completamente a loro agio.
Questa sera durante la cena Monsieur ha avuto un attacco di stanchezza (tipico del sesso forte nei momenti difficili) e si è sdraiato sul divano.
E con tutta naturalezza Tatà ha chiesto "è motto papà"? (è morto papà?). Per fortuna suo padre l'ha subito rassicurato dicendogli: "Non, pas encore Tatà".
Grazie.

domenica 6 dicembre 2009

Marrakech!

Siamo scappati per 5 giorni a Marrakech. Proprio cosi', Monsieur ed io. Era da un mese che mi diceva che mi avrebbe portato in un posto misterioso e che dovevo mettere in valigia costume e abiti leggeri.
Arrivati all'aeroporto ho scoperto la destinazione sullo schermi delle partenze quando lui mi ha detto l'orario e ho saltato di gioia.
In programma ci sono stati hammam, cura del viso, manicure, massaggio all'olio di fiori di arancio, shopping nel souk, giro in carrozza a cavalli, cene in ristoranti bellissimi, e persino una mattina di corso di cucina! Sono stati giorni bellissimi.
Sembra che Monsieur abbia un po' di zucca, nonostante le apparenze!

venerdì 20 novembre 2009

La torta di clementine

L'autunno è nel suo pieno splendore, le foglie hanno dei colori caldi e bellissimi, e quando in questo paese c'è il sole, il che non succede tanto spesso, tutto sembra bello.
Qualche giorno fa, per festeggiare l'onomastico di Tatà, ho voluto fare una ricetta con frutta di stagione, e nello stesso tempo non una torta di mele, ecco quindi cos'è venuto fuori:
la torta di clementine. La pasta non è troppo dolce, il ripieno è morbido ma con qualche leggera asperità dovuta alle bucce delle clementine, il gusto è un po' apsro ma avvolgente, come descrivere il sapore di questa torta con delle parole? Provate a farla e scoprite...
Ci vogliono:
Per la pasta:
250 grammi di farina
125 grammi di burro
1 uovo
65 grammi di zucchero
Per il ripieno:
6 clementine (io prendo quelle piccole con la buccia sottile)
2 limoni
3 uova
100 grammi di zucchero
90 grammi di burro fuso
Fare la pasta nel robot (zucchero e burro, poi farina, poi uovo) e poi schiacciarla con le mani in una tortiera abbastanza grande imburrata ed infarinata. Pungerla con una forchetta.
Con pela-patate togliere un sottile strato di pelle dalle clementine, io adesso lo faccio in piccoli pezzettini di 1-2 cm di lunghezza, senza prendere il bianco. Mettere da parte i pezzettini.
Spremere le clementine "nude" e i limoni. Mescolare questo succo con lo zucchero, aggiungerci le bucce a pezzettini, le uova e il burro fuso. Sbattere bene e mettere questo composto sulla pasta, stando attenti a distribuire uniformemente le bucce di clementine.
Cuocere circa 20 minuti a forno piuttosto caldo (io la metto a 220 gradi).
Sfornare e lasciare raffreddare. Si puo' servire fredda.
Ebbene, durante il pranzo per l'onomastico di Tatà gli abbiamo raccontato la storia del suo santo protettore e gli abbiamo fatto vedere un'immagine di un affresco che lo rappresenta.
E il mio bimbo ha chiesto: "E' san Tatà?". Amore!

domenica 1 novembre 2009

Missione letto

Esame passato! Andato bene! Miracolo dei miracoli. E' un piacere eccezionale che non si ritrova in nessun altro modo, quello dell'esame passato. Leggerezza improvvisa, gioia gratuita e cuore libero. Tutto d'un colpo si torna padroni del proprio tempo che prima era sequestrato in ogni minima frazione dallo studio. Poi si gira pagina.
Giornata di sabato eccezionalmente senza corso all'università, quindi missione LETTO. Eh si', Monsieur soffre di mal di schiena a causa del nostro letto, dice, e dice persino che gli basta dormire una notte altrove per non avere più male. In effetti si tratta del letto che data del nostro matrimonio, quindi ha 5 anni e mezzo, che in sè non è un'età veneranda, ma quando si tratta di un letto e soprattutto di un materasso del gigante svedese è tutta un'altra cosa.
Anche volendo partire presto non occore mettere la sveglia: ci pensano i Nani. Infatti puntualmente alle 7.30 Dedé si è fatto sentire. Amore.
In breve, alle 10 eravamo partiti alla volta di Parigi. Siamo stati istruiti in lungo e in largo (è proprio il caso di dirlo) su ogni genere di materiale e di forma, sui vantaggi incomparabili del latex, delle molle, della lana, dei sovramaterassi (me ne sono innamorata), dei letti che si sollevano per dormire con i piedi in su (nonostante la mia età non certo veneranda ne ho bisogno...), di quelli in cui si puo' sollevare la testa, etc
Il bello di questa ricerca del letto ideale è che i Nani erano al nostro seguito ed hanno provato tutti i letti che abbiamo provato noi ed anche altri. Hanno corso, si sono picchiati, hanno dovuto fare la pipi', hanno smontato degli esposiori in cartone, hanno ottenuto di farsi fare degli aerei di carta da venditori esasperati, insomma per loro è stata proprio una bella giornata.
In ogni letto in cui ci posavamo, rigorosamente senza borsa e senza cappotto per rendersi bene conto, avevo voglia di non alzarmi più. Poi Monsieur cominciava a mettersi a proprio agio come se fosse nel suo letto, cominciava a carezzarmi la schiena, quindi mi rendevo conto che era davvero giunto il momento di alzarsi e provare un altro letto, per non dare occasione di battute scontate alla gente che ci circondava...
Il bello è stato soprattutto non dover preparare da mangiare, perché Mac Donald's ci ha aperto le sue grandi braccia e nutriti in modo sano ed equilibrato.
Dopodiché abbiamo visitato un altro negozio e siamo rientrati giusto in tempo per andare a prendere Maxime, un bimbo che è stato con noi sabato pomeriggio e domenica. Abbiamo quasi scelto.
La sera Monsieur ha detto che grazie a tutti i letti che abbiamo provato non aveva più mal di schiena!
La notte è stata lunga si internet per scoprire ancora tante cose su altri prezzi dei materassi che avevamo visto.
Venerdi' ho scoperto in una libreria un libro che mi ha riempito di desiderio. Ero entrata per comprare un altro libro che ho trovato in fretta, dopodiché, visto che mancava ancora un quarto d'ora alla ripresa dei corsi, mi sono lasciata andare ad un vagabondaggio più o meno casuale nella libreria, che (un po' come nei film dove da quando cominciano a baciarsi capisci subito che poi finiscono a letto) nel mio caso finisce sempre nel reparto cucina. Come se non bastasse il mio metro e mezzo di letteratura culinaria in sala, oltre ai blog e siti di cucina che frequento.
Beh, dopo aver guardato senza interesse qualche libro, ho sentito che in un angolo c'era una forza di attrazione a cui non ho potuto resistere e che si è rivelata provenire da un cofanetto in cartone verde chiaro, incellophanato, con su scritto "Ladurée sucré". Ho capito che era quacosa di eccezionale rispetto a tutti i libri di "cucina facile", "cucina al wok", "cucina mediterranea", "pane fatto in casa" etc.
In effetti "Ladurée" è una famosa casa di pasticceria che produce delle vere opere d'arte, tra cui i suoi famosi "macarons", e altre sfiziosissime prelibatezze. Ora, pur sapendo che sicuramente le ricette che divulgano non saranno quelle vere verissime, l'idea di poter accedere ai segreti dell'alta pasticceria mi attira molto.
Ho avuto persino il coraggio di chiedere alla commessa di aprirmi il cellophan per poter vedere l'interno del cofanetto.
Ebbene, una volta apertolo, ho trovato una sottilissima carta rosa, come della carta velina, la quale avvolgeva un piccolo libro quandrato la cui copertina aveva una consistenza come quella della pelle di un'albicocca. Il piacere di tenerlo in mano e l'aspettativa dei segreti e della bellezza che poteva contenere avrebbe meritato una pausa di assporamento, ma il tempo stringeva ed ho dovuto decidermi ad aprirlo per sfogliarlo. Ogni genere di pasticcerie, sfiziose, delicate, belle, con ingredienti a volte un po' strani, è apparsa ai miei occhi ed ha provocato una secrezione di saliva molto importante nella mia bocca. "Deve essere mio", ecco la sola idea che ha occupato la mia testa in quegli istanti. Il piacere di possedere questo oggetto, il piacere di realizzare queste ricette e il piacere di mangiare le mie produzioni, nonché di raccontarle su queto blog, forse, si profilano enormi. Oltre alle delusioni a cui andro' inevitabilmente incontro cercando pretenziosamente di preparare pasticcerie molto complicate.
Beh, dopo due minuti ero fuori, dopo aver pagato l'altro libro, e sono andata a lezione. Sono stata cosi' coraggiosa da lasciare questo capolavoro dov'era. Sarà stato che costava un po', che avevo paura di non meritarlo, che volevo far durare il piacere di attenderlo, in ogni caso non l'ho comprato. Ma sento che la forza che avevo sentito in libreria, nell'angolo, è efficace fino a qui, nella mia casetta.
Ecco la foto del libro, ho scoperto che è uscito il primo ottobre.

giovedì 29 ottobre 2009

ESAME

Tremo. Domani esame. E' notte e cercare di infilarmi nella testa troppo piena e vuota insieme altri concetti riguardanti i Concilii particolari, i motu proprio e la Congregazione per Dottrina della Fede è uno sforzo vano. Spero solo nella fortuna (che non si dovrebbe menzionare quando ci si accinge a dare un esame in questo campo) e soprattutto nella misericordia (ecco un concetto più pertinente) del mio professore.
Già sento le urla di domani mattina quando i nani mi assaliranno con le loro domande e soprattutto con la loro INDIPENDENZA. Ma perché non possono fare ESATTAMENTE quello che dico loro nello stesso istante in cui lo proferisco? Perché non pessono essere obbedienti come piccoli robot, non dico sempre, ma almeno il giorno in cui devo andare a dare un esame? In sostanza: perché devono avere una volontà propria?
Madre snaturata, senza pazienza, isterica e disorganizzata. Ecco cosa sono.
Vedremo domattina quanto riesco a controllarmi.
Lista delle cose da fare prima dell'esame, che è alle 12:
- alzarmi (cominciamo male)
- esercizi di Dédé
- colazione di Dedé
- medicine a Dedé
- vestire Dedé
- colazione nani "grandi"
- vestire nani "grandi"
- fare colazione
- lavarmi e vestirmi, e truccarmi...
- preparare borsa per nani
- scendere
- mettere tutti in macchina
- portare Nano2 all'asilo nido, lasciando gli altri due in macchina urlanti e rischiando di ritrovarmi il vigile davanti alla macchina chiusa, minacciante di far risalire la notizia di reato agli assistenti sociali etc. etc. (come mi è già successo)
- andare da grand-maman e lasciare Nano1 e Nano3, con relativi convenevoli e raccomandazioni
- andare alla stazione in macchina, trovare parcheggio
- prendere il treno e ripassare tremando per 20 minuti
- prendre la metro e ripassare evitando di respirare per 20 minuti
- correre per 10 minuti
- entrare in aula e per un'ora, dalle 11 alle 12, fare finta di seguire e di partecipare alla lezione interattiva (con lo stesso prof dell'esame!) per non mostrare tensione, anzi carcare di attuare captatio benevolentiae moderata e discreta).
...

martedì 27 ottobre 2009

GIORNATA DI STUDIO

Oggi era la giornata di studio. Cioè: mia suocera teneva i due "grandi"per darmi il tempo di studiare.
Al tempo dell'università una giornata di sudio poteva essere costituita anche da 8 ore di studio intervallate da qualche pasto, qualche telefonata e qualche altra distrazione.
Ecco il programma della mia giornata di studio di oggi:
6.30 Dedé piange: preso in braccio, coccolato, rimesso giù
6.40 Dedé piange: preso, data la goccia magica contro il mal di denti (non si sa se è quello che gli rompe, ma la goccia fa sempre bene). Ha funzionato.
6.43-7.45 cercato invano di riprendere sonno (ieri sera era andata a letto all'1 per studiare)
7.45 alzata, visto Nano 1 accucciato in sala con dito in bocca ("Ma da quanto tempo sei qui?" Nessuna risposta, solo gesti sconclusionati e insultanti)
7.45-10.00 (incredibile ma vero) esercizi di Dedé, colazione dei tre nani e di Isa, vestiti noi 4, messo in ordine, infilate giacche e scarpe, preparata una piccola borsa per i nani, scesi i due piani di scale, messi tutti in macchina.
10.00-10.20 viaggio verso la casa di Grand-maman passando dall'asilo di Tatà a prendere una medicina dimenticata ieri
10.20-10.45 convenevoli
10.45-11.00 viaggio in macchina
11.00-11.45 2 fisioterapie per Dedé: una di ginnastica e una respiratoria (par tirargli fuori il catarro!! slurp!!). In sala d'attesa ho STUDIATO!! Niente popo' di meno!!
12.00 arrivo a casa
12.05-12.25 esercizi di Dedé
12.35-13.20 pranzo di Dedé
13.20-13.30 date le medicine a Dedé, poi messo a letto
13.40-14.15 cercato di mangiare
14.15-14.30 ca**eggiato (eh si', mi sono incantata seduta al tavolo)
14.30-15.20 STUDIATO
15.20 Dedé piange! Noooo!!! Fattogli fare un rutto, rimesso giù per vedere se si riaddormenta
15.23-15.40 studiato con sottofondo di pianto di bambino
15.40 arresa alla dura realtà e andata prendere Dedé
15.40-16.15 cercato indarno di studiare con Nano3
16.15-16.35 esercizi di Dedé
16.40-17.15 merenda di Dédé, con inclusa videoconferenza con i nonni, commossi di assistere al pasto del principino, che sorrideva loro sullo schermo lasciando colare fuori dalla bocca lo yogurt
17.15-18.30 Dedé piagnucoloso, da consolare
18.30-18.45 bagno di Dedé
18.45-19.00 facebook
19.00-19.20 esercizi di Dedé
19.25-20.00 telefonata di Monsieur (che in questi tre giorni è via)
20.00-20.05 cominciata la cena di Dedé
20.05 irruzione di Nano1 e Nano2, riportati a casa da Grand-maman e zietta. Scesa giù per andare a recuperarli
20.05-20.20 preghiera, lavaggio denti, pipi' dei nani "grandi" (Dedé nel frattempo sopportava eroicamente l'interruzione inaspettata del suo semolino)
20.20-21.00 Dato semolino a Dedé. Il suo era diventato freddo e non gli piaceva più, quindi gli ho dato il mio che era ancora nella pentola. E il suo non ho potuto mangiarlo perché era pieno di saliva.... (Quando si dice togliersi il pane di bocca per i propri figli... non si sa quanto sia peggio togliersi il semolino di bocca quando si ha fame!).
21.00-21.10 date medicine varie a Dedé (3 in bocca, una nell'orecchio e 2 aerosol, grazie a Dio non c'era anche la supposta)
21.10-21.30 preparato cibo per sostituire il semolino e mangiato
21.30-22.15 scritto il presente post, intervallato con chat con l'Amica che sta in America...
Ecco quindi la mia giornata di STUDIO!!!
Se venerdi' mi boccia posso almeno contare sulla vostra solidarietà? O mi direte anche voi "ben ti sta, chi tte llo faffà?"?

lunedì 26 ottobre 2009

Meringhe e sado-maso

Nano1: "Mamma, io vovvei tanto aveve una sorellina"
Isa: "Eh si', sarebbe bello un giorno" (pensieri e parole... identità o differenza?)
Nano1: "Ma le sorelline camminano?"
Isa: "Certo"
Nano1: "E perché i fvatellini non camminano?"
Isa: "Ma si' che camminano in fratellini!"
Nano1: "E allora pevché Dedé non cammina?"
Isa: "Lo sai che Dédé è un po' speciale, ma vedrai che anche lui camminerà". (volevo anche dirgli di consultare il mio primo post, ma poi mi sono ricordata che non l'ho ancora autorizzato ad accedere ad internet...).
Nel frattempo ho fatto le mie prime meringhe e devo dire che non erano per niente male. Anche Monsieur ha apprezzato. Lui le ama molto quindi a dire il vero sono andata sul sicuro.
La cucina come rifugio. Devo approfondire questo tema. Per me è cosi'.
I miei 25 (magari!) lettori assetati di letture appassionanti possono ritrovare Isa in casa dopo una lunga assenza non priva di avvincenti avventure alcune delle quali meritano un resoconto che non ho naturalmente il tempo di fare oggi. D'altronde, come dice il mio caro lettore fisso del cuore, se qualcuno si chiede perché non ho scritto, legga i post precedenti per sapere come ho impiegato il tempo.
Due novità degne di nota:
-Dedé ha agitato una maracas, APPOSTA
- Dédé ha battuto su un tamburo con una bacchetta, APPOSTA
Tutto cio' con la sua cara educatrice di psicomotricità che quel giorno si era messa una tenuta che appena l'ho vista mi son detta "oggi Dédé farà sicuramente qualcosa di nuovo": leggins neri, stivali neri e top di cuoio nero con tanto di laccetti. Trucco scuro. In breve: la perfetta maîtresse sado-maso. Comunque ha funzionato. Habitus non facit monachus.
Venerdi' ho un esame: "Normae generales". Si' si' il titolo è in latino. Molto palloso.
Per giunta qui sono cominciate le cosiddette "vacances": vuol dire che quella bellissima istituzione che è la scuola, che permette alle mamme di respirare, che canalizza le intenzioni e gli atti esplosivi dei bambini, che insegna loro tante belle cose, ebbene, E' CHIUSA. Quindi Nano1 sul groppone tutti i giorni. In questo paese ogni 5 settimane di scuola ci sono due settimane di vacances. Che termine inappropriato, quasi ironico nel mio caso. Bah, francesi...
Come studiare? Viva la siesta dei bambini e il sonno precoce della sera. Chi vivrà vedrà.
Grazie del vostro sostegno, esasperati lettori.

domenica 11 ottobre 2009

Il sesso debole

L'altro giorno Monsieur ha lavorato in effetti tutta la notte, è rientrato alle 6.30 del mattino ed è ripartito alle 7.15 per prendere il treno per quella città a 200 km da qui in cui lavora. Doveva consegnare il progetto per il concorso. Ha passato 2 notti là ed è tornato venerdi', per poi ripartire sabato mattina presto per tornare là, questa volta in macchina, e tornare a casa sabato alle 16.30 (è molto confortante sapere il marito in macchina per 400 Km andata e ritorno dopo una notte saltata ed molte altre in miniatura).
Questo è stato il programma di Monsieur in questi giorni. Conseguenza? Isa è un cadavere ambulante ma ancora per poco, fra qualche istante sarà un cadavere neanche più ambulante ma immobile.
Venerdi' e sabato mattina sono andata in quel luogo che per me fa la funzione di hammam, di cura di bellezza, di luna park, di droga e di cinema tutto insieme, quel posto che mi serve per sentirmi leggera, per sentirmi me stessa, che mi fa ESISTERE ed essere una PERSONA, ossia all'università. Lo so lo so, c'è chi dice che è da masochisti, chi dice che sono una pazza (e non si sbaglia), chi dice che capisce che mi faccia bene, chi dice che dovrei usare il mio tempo e le mie energie in altro modo che andando a lezione e studiando invece di dormire, ma io voglio farlo.
Intanto mi permette di percepire quella parte del mio corpo che per qualche anno è stata in letargo e che si chiama cervello. Poi mi permette di vedere che esiste qualcos'altro oltre al mondo in miniatura in cui vivo. Provate ad entrare nelle casette in miniatura fatte per i bambini, che si trovano nei parchi di attrazione o altro. Si sta stretti e non si puo' alzare la testa, ma sono tanto belline. Ecco, all'università ho la stessa sensazione di quando, dopo essere usciti da di queste meravigliose casine, si puo' raddrizzare la schiena e respirare l'aria aperta: niente bimbi in braccio, niente urla, niente litigi da gestire, niente orari da condurre, da rispettare, carovana da spingere, niente richieste incessanti, ma solo me stessa da portare, le mie orecchie e la mia mente possono lasciarsi riempire di cose interessanti, brillanti, uno scopo da raggiungere, e quando cammino non rischio ad ogni istante di inciampare in un nanetto. Posso mangiare un panino con un'amica invece di ingurgitare qualcosa imboccando tre nani con una mano (finché l'altra tiene in braccio Dedé). Insomma, lo so che è una fuga, che mi fa uscire dalla realtà, lo so che per un momento poso il fardello che è mio e che questa liberazione temporanea puo' sembrare artificiale, ma mi fa un bene... In ogni caso sicuramente alla mente, al fisico non proprio perché mi stanco molto. Comunque il 30 ottobre ho un esame e non so proprio come faro' per prepararlo. Chi vivrà vedrà.
Idem per il concorso di Monsieur: non si sa ancora chi ha vinto ma terro' aggiornato il blog (tanto so che nessuno lo legge, quindi non costerà molto lo champagne per brindare in caso di esito positivo).
Questa sera Tatà, che sta acquisendo la nozione di proprietà e di prestito, ne ha detta una delle sue.
Gli ho detto "Tatà, ti do la carne".
Mi ha chiesto "La canne tritata?" (per lui è la carne macinata).
Gli ho risposto "No, la carne di maiale".
E lui: "Pesta maiale?" (=me la presta il maiale?).
Non ho avuto proprio il coraggio, nello stato pietoso in cui ero, per giunta, di spiegargli cosa significa che la carne è quella di un vero maiale che è stato ucciso perché noi potessimo mangiarlo... Piccolo.
Devo dormire perché schiatto. E come previsto, Monsieur dopo le sue giornate e nottate di lavoro è in forma quasi perfetta, mentre io mi trascino. E' vero che c'è il sesso forte e il sesso debole (altrimenti detto "gentil sesso", perché? si chiede Monsieur, e non a torto), ma perché è il sesso debole che deve fare il lavoro più duro?

martedì 6 ottobre 2009

Ratatouille

Una stanchezza colossale. Ieri mattina finché Dédé faceva la psicomotricità mi sono addormentata sulla sedia guardandolo. Chissà cos'avrà pensato la tipa. Questa mattina sveglia alle 5.25: Dédé piangeva. Preso in braccio, coccolato e rimesso giù, ma poi non sono più riuscita a dormire: cuore in gola, sobbalzavo al minimo rumorino, persino se Monsieur si muoveva. Pensavo di poter recuperare alla siesta, ma anche li' Dédé si è fatto sentire troppo presto...
Ed eccomi qui, reduce da tre bagni ai nanetti, tre cene ai nanetti, un pomeriggio di braccio di ferro con Nano1 che aveva deciso di farmi arrabbiare molto... e ci è riuscito, ma alla fine mi ha detto "Mamma, non ti diro' più le bvutte cose che ti ho detto, saro' mooolto bvavo, mooolto obbediente, semprve sempve sempve.... Mi dai una sovpvesa?". Al che stavo per saltar su per fargli la lista di tutte le buone ragioni per cui non era proprio il caso di dargli un regalo, ma ho deciso di tagliar corto dicendo NO. Si è rassegnato, forse ha anche capito che stava esagerando...
Monsieur mi ha chiamato alle 21 dicendo che i suoi soci vogliono lavorare tutta la notte per finire un progetto per domani. Io gli ho ingiunto con tutta la mia scarsa autorità di prendere assolutamente l'ultimo treno (che sarà verso l'1) per non dover tornare in taxi quando i treni non ci sono più. Visto che è da 15 giorni che andiamo avanti con questo ritmo mi sa che me lo trovero' schiattato per eccesso di stanchezza. Non so come faccia a sostenere ritmi simili. Anzi lo so... (no, non sniffa coca).
Pero' in fondo non è male quando il marito non torna e per giunta mangia una pizza in ufficio e non bisogna neanche lasciargli la cena pronta (gli ho comunque lasciato qualcosa per integrare quando arriverà). Beh, diciamo che dico cosi' solo perché i nani sono a letto. Un'ora e mezza fa nel pieno dei bagni e delle urla selvagge non lo avrei detto. Pero' adesso, con il solo rumore soave della lavapiatti che fa il suo lavoro e la prospettiva di mettermi a letto con "Julie & Julia", sono abbastanza soddisfatta della mia solitudine. A proposito, non sono tri-lesbicomane, Julie & Julia non sono le mie amichette, ma è il libro da cui è stato tratto il MIO film, che peraltro porta lo stesso titolo.
A proposito di questo libro devo dire che è uno dei rari caso in cui il film è veramente meglio.
Comunque si lascia leggere, e si puo' trovare qualche ricetta interessante. Come se non mi bastasse il mio metro e mezzo di libri di cucina nella libreria per soddisfare la mia sete di sapere (e di fare) in questo campo.
Eh si', devo confessare che cucinare è una delle attività che preferisco. Ovviamente devo farlo sempre per qualcuno, la cucina deve essere sempre "dedicata", è quello il bello... In più nel mio caso cucinare è una specie di attività clandestina che devo fare chiudendo il cancelletto di legno della cucina, gestendo a distanza le dispute accanite di Nano1 e Nano2, e spesso tenendo in braccio Nano3, oppure finché i due Nani maggiori sono nella vasca da bagno e Nano3 gioca per un po' miracolosamente tranquillo. E' una specie di sfida per non lasciarsi sopraffare completamente dai NANI. E mi da una gran soddisfazione poter produrre qualcosa di buono NONOSTANTE LORO. Per giunta appena faccio uso del robot da cucina Nano1 si avvicina subito con aria inquisitoria e chiede "Mammaaa, cosa faaai? Una tovta??" . Perché in tal caso deve assolutamente partecipare, con il suo grembiule miniatura, il suo mini-mattarello e i suoi stampini. Mi è già capitato di mentire (con grande senso di colpa da mamma snaturata che esclude il figlioletto volonteroso e entusiasta da un 'attività che potrebbe essere molto divertente per lui ma molto più lenta per Rapid-Isa) e dire che stavo tritando qualcosa per "la pappa". Comunque ogni tanto faccio una torta o delle madeleines con lui.
Ieri per esempio ho fatto (ma da sola) per cena, per il mio caro maritino stanco (che ha mangiato alle 22) un bell'arrosto di maiale al latte (non molto cacher) con una ratatouille (la mia amica Isabelle a pranzo mi ha mostrato e fatto annusare quella che lei aveva fatto il giorno prima, e si sa che la ratatouille è sempre migliore il giorno dopo..., comunque non me l'ha fatta assaggiare, bah, francesi...). Il maritino ha apprezzato, che bei momenti...
In effetti per non so quale legge di Murphy o di chi altro, ogni volta che Monsieur cena a casa si scopre che a mezzogiorno ha mangiato la stessa cosa. E quindi di solito, anche se il mio modo di preparare le cose è infinitamente migliore (proprio perché "dedicato", con amore...) di quello dei ristorantini parigini o havresi da lui frequentati, il suddetto marito fa fatica ad apprezzare la ripetizione (... e "repetita iuvant"?? Bah, francesi...). Ebbene ieri sera grazie a Dio non aveva mangiato la stessa cosa, per cui ha potuto apprezzare i miei sforzi.
Anche i nanetti hanno mangiato volentieri, anche se qualche boccone ha dovuto essere presentato come una macchina "dei cattivi", seguito a ruota (manda giù subito subito!) da una macchina della polizia, e qualche altro come un aereo carico di ... lupi seguito da quello dei cacciatori... (al giorno d'oggi lupi e cacciatori si spostano in aereo,come tutti sanno).
Beh, a proposito della mia ingiunzione di cui sopra al marito di tornare con l'ultimio treno, beh, ecco... mi ha appena richiamato confermandomi che deve lavorare tutta la notte. Bella dimostrazione in diretta della mia efficace autorità...
Non mi resta che "Julie & Julia", e se Monsieur vince il concorso si brinda sul blog!

giovedì 1 ottobre 2009

Il bebé castello

Tatà questa mattina continuava a chiedermi di giocare con lui:
- "mammaaa jochi cum meee" (tra il francese e l'italiano ha cercato quello che c'è in comune e deve aver trovato che sono entrambe lingue latine, donde l'utilizzo della preposizione latina).
Quindi, tra la lavatrice da caricare, la lavapiatti da scaricare e i letti da fare ho preso qualche istante per dedicarmi al mio Nano2 del cuore.
Abbiamo quindi deciso di costruire una casa con i duplo, nella quale subito Tatà ha collocato un letto e una pecora duplo sdraiata sopra ("a pecoa fa 'a nanna, ronffff"), non senza averle dato un bacino e avermela porta perché facessi altrettanto. Poi mi ha detto che voleva costruire un castello, quindi abbiamo preso una piccola piattaforma e gli ho detto:
- facciamo un castello, ma piccolo, perché non c'è tanto posto.
- siii facciamo u' bebé cattello!! (lui pronuncia bébé alla francese, con le due "e" chiuse)
Per lui tutto quello che è piccolo è un bebé.
Perfino i piccoli wurstel da aperitivo si chiamano "salsicce bebé", le carote piccole sono carote bebé, i cani di piccola taglia che vede per strada sono "bebé cane", le matite consumate e quindi corte sono "bebé matita", e una volta ha visto una smart e ha detto che era una "bebé màcchela"! (=bebé macchina).
Tutto quello che è grande invece si chiama papà, e quando ho comprato una bottiglia da due litri di latte fresco gli ho detto che era papà latte e sono riuscita a fargli finire il suo biberon mattutino (sempre inspiegabilmente difficile da ingurgitare fino in fondo nonostante sia un ludro per il resto) solo prospettandogli la possibilità di far vedere a papà latte che lo aveva bevuto tutto. Non poteva deluderlo e ha bevuto tutto d'un fiato per poi andare a bussare sulla porta del frigo (= la casa di papà latte) per fargli vedere la sua prodezza.
Bello il mio bebé bambino!

La giornata che comincia senza pietà

Tutti cominciano la giornata consolandosi di essersi svegliati: fanno la doccia, fanno colazione, pregano, o continuano a dormire.
Perché adesso invece devo essere svegliata ogni mattina prestissimo dal pianto del Nano3 e la prima cosa da fare appena riemersa nella realtà è fare gli esercizi? Perché? Perché non posso avere anch'io la consolazione dal trauma del risveglio?
Passare da sonno (con eventuale sogno) nel letto caldo a mettersi in piedi, correre a prendere il piccolo facendo attenzione di chiudere la porta della stanza dove dorme per non fare uscire il pianto svegliando gli altri (no, non portei sopportarne già tre), consolarlo di essersi svegliato per la fame, mettere il tappeto sul tavolo (dopo averlo eventualmente sgombrato), aprire le tende per far entrare quel poco di luce (qui non si puo' certo dire sole) che si degna di apparire a un'ora cosi' precoce, e cominciare a denudare quel piccolo esserino che ha ancora sul viso il segno delle pieghe del lenzuolo, e poi nel freddo annunciargli che è ora di fare gli esercizi, che la mamma lo sa che ha tanta fame ma che bisogna fare gli esercizi e poi potrà mangiare la colazione, ma solo se nel frattempo non è già ora di portare Nano1 all'asilo, e poi fare gli esercizi per 20 minuti con l'occhio (aperto solo per metà, davvero) un secondo su due sull'orologio, ecco, questo io chiamo la sveglia senza pietà.

martedì 29 settembre 2009

Finalmente!

Da quanto tempo dicevo che volevo "creare" (parola grossa...) questo blog? Parecchio, ma oggi è il grande giorno. Ed eccomi a scrivere che anche questa giornata finisce e che mi piace tanto quando la casa è silenziosa e i bimbi dormono... Ci voleva un blog per poter dire una cosa cosi'? Credo che tutte le mamme pensino la stessa cosa. Ma poterlo dire qui cambia qualcosa...
Comunque oggi avevo solo i due nanetti più piccoli perché il grande dopo l'asilo (sacrosanta invenzione) l'ho portato dalla sua gentile nonna (che qui si chiama grande-maman) che se lo tiene fino a domani. Domani infatti è mercoledi', e in questo bizzarro paese le scuole sono chiuse il mercoledi'. Bah, francesi....
Comunque nel tragitto dall'asilo alla casa di grande-maman il Nano1 mi ha chiesto:
- Mamma...
- Si`?
- Ma perché i bimbi piccoli come Dedé ci mettono tanto tanto tempo per poter camminare e parlare?
- Beh, i bimbi ci mettono sempre tanto tempo, anche tu quando eri piccolo non sapevi camminare e parlare, ma poi hai imparato (accipicchia se hai imparato...).
- Ah.
- Ma tu sai anche che Dedé è un bimbo speciale che fa un po' fatica a imparare a camminare e a parlare, ed è per questo che il papà e la mamma fanno tante volte gli esercizi con lui.
- E perché Dédé è un bambino un po' speciale?
- Perché è nato cosi', è fatto cosi', e a noi piace tanto e gli vogliamo tanto bene, vero cuccioli?
- (coro di Nano1 e Tatà) SIIIII!!!
E poi per fortuna siamo arrivati.
Più tardi Tatà cercava di dare la medicina con una siringhina alla sua capra di legno, che lui chiama gattino. E le cantava una canzoncina in francese che fa "Mon petit chat, dis moi pourquoi tu pleures..." (gattino mio, dimmi perché piangi...) ma nella sua versione faceva "moo p-ti ciaaa, muà fu-qua tu peeer...". Lo avrei mangiato di baci. Ma mi sono trattenuta solo per lasciarlo cantare e godermi lo spettacolo.
Volevo dire che domenica ho visto il film più bello della mia vita, il MIO film: "Julie et Julia" (con Meryl Streep) è il titolo in francese. E' una sintesi delle mie passioni: la cucina (nei due sensi del cucinare e della stanza), mangiare, i libri di ricette, i blog di ricette, .... Monsieur (mio marito) ed io una volta parlavamo dei film western e lui diceva che gli piacevano soprattutto le scene all'aperto, con cavalli che corrono etc., ed io che preferivo e trovavo riposanti soprattutto le scene di interni, in casa, nella locanda, etc. Ebbene in questo film la maggioranza della scene è girata in cucina! Qualche volta sembrava quasi di sentire il profumo dei piatti deliziosi che le protagoniste preparano. Consiglio a chi lo andasse a vedere di portarsi dietro una porzione di "boeuf bourguignon" per non avere la bava fino a terra. Io quando a suo tempo ero andata a vedere "Chocolat" (con Juliette Binoche) mi ero portata una bella barretta di cioccolata da sgranocchiare durante il film, e ne sono stata molto soddisfatta (come non esserlo?).
Avrei voluto che "Julie et Julia" non finisse mai, e una volta tornata a casa, di notte (dopo aver
scaricato la lavapiatti e riempitala con i piatti sporchi di Monsieur e i tre nani, eh beh certo, non si puo' pretendere che da solo con i tre riesca anche a fare questo) sono andata navigando per trovare su internet informazioni, foto, il vero blog di cui parla il film (the julie/julia project) ed addirittura comprare il libro, che ora aspetto con impazienza!
Beh, vi diro' com'è.
I bimbi dormono, Monsieur non è ancora tornato dal lavoro ed è un momento davvero stupendo (cosi' riprendo il concetto iniziale, che sta sempre bene, darà una senzione di compiuto a questo primo post completamente sgangherato).