giovedì 29 ottobre 2009

ESAME

Tremo. Domani esame. E' notte e cercare di infilarmi nella testa troppo piena e vuota insieme altri concetti riguardanti i Concilii particolari, i motu proprio e la Congregazione per Dottrina della Fede è uno sforzo vano. Spero solo nella fortuna (che non si dovrebbe menzionare quando ci si accinge a dare un esame in questo campo) e soprattutto nella misericordia (ecco un concetto più pertinente) del mio professore.
Già sento le urla di domani mattina quando i nani mi assaliranno con le loro domande e soprattutto con la loro INDIPENDENZA. Ma perché non possono fare ESATTAMENTE quello che dico loro nello stesso istante in cui lo proferisco? Perché non pessono essere obbedienti come piccoli robot, non dico sempre, ma almeno il giorno in cui devo andare a dare un esame? In sostanza: perché devono avere una volontà propria?
Madre snaturata, senza pazienza, isterica e disorganizzata. Ecco cosa sono.
Vedremo domattina quanto riesco a controllarmi.
Lista delle cose da fare prima dell'esame, che è alle 12:
- alzarmi (cominciamo male)
- esercizi di Dédé
- colazione di Dedé
- medicine a Dedé
- vestire Dedé
- colazione nani "grandi"
- vestire nani "grandi"
- fare colazione
- lavarmi e vestirmi, e truccarmi...
- preparare borsa per nani
- scendere
- mettere tutti in macchina
- portare Nano2 all'asilo nido, lasciando gli altri due in macchina urlanti e rischiando di ritrovarmi il vigile davanti alla macchina chiusa, minacciante di far risalire la notizia di reato agli assistenti sociali etc. etc. (come mi è già successo)
- andare da grand-maman e lasciare Nano1 e Nano3, con relativi convenevoli e raccomandazioni
- andare alla stazione in macchina, trovare parcheggio
- prendere il treno e ripassare tremando per 20 minuti
- prendre la metro e ripassare evitando di respirare per 20 minuti
- correre per 10 minuti
- entrare in aula e per un'ora, dalle 11 alle 12, fare finta di seguire e di partecipare alla lezione interattiva (con lo stesso prof dell'esame!) per non mostrare tensione, anzi carcare di attuare captatio benevolentiae moderata e discreta).
...

martedì 27 ottobre 2009

GIORNATA DI STUDIO

Oggi era la giornata di studio. Cioè: mia suocera teneva i due "grandi"per darmi il tempo di studiare.
Al tempo dell'università una giornata di sudio poteva essere costituita anche da 8 ore di studio intervallate da qualche pasto, qualche telefonata e qualche altra distrazione.
Ecco il programma della mia giornata di studio di oggi:
6.30 Dedé piange: preso in braccio, coccolato, rimesso giù
6.40 Dedé piange: preso, data la goccia magica contro il mal di denti (non si sa se è quello che gli rompe, ma la goccia fa sempre bene). Ha funzionato.
6.43-7.45 cercato invano di riprendere sonno (ieri sera era andata a letto all'1 per studiare)
7.45 alzata, visto Nano 1 accucciato in sala con dito in bocca ("Ma da quanto tempo sei qui?" Nessuna risposta, solo gesti sconclusionati e insultanti)
7.45-10.00 (incredibile ma vero) esercizi di Dedé, colazione dei tre nani e di Isa, vestiti noi 4, messo in ordine, infilate giacche e scarpe, preparata una piccola borsa per i nani, scesi i due piani di scale, messi tutti in macchina.
10.00-10.20 viaggio verso la casa di Grand-maman passando dall'asilo di Tatà a prendere una medicina dimenticata ieri
10.20-10.45 convenevoli
10.45-11.00 viaggio in macchina
11.00-11.45 2 fisioterapie per Dedé: una di ginnastica e una respiratoria (par tirargli fuori il catarro!! slurp!!). In sala d'attesa ho STUDIATO!! Niente popo' di meno!!
12.00 arrivo a casa
12.05-12.25 esercizi di Dedé
12.35-13.20 pranzo di Dedé
13.20-13.30 date le medicine a Dedé, poi messo a letto
13.40-14.15 cercato di mangiare
14.15-14.30 ca**eggiato (eh si', mi sono incantata seduta al tavolo)
14.30-15.20 STUDIATO
15.20 Dedé piange! Noooo!!! Fattogli fare un rutto, rimesso giù per vedere se si riaddormenta
15.23-15.40 studiato con sottofondo di pianto di bambino
15.40 arresa alla dura realtà e andata prendere Dedé
15.40-16.15 cercato indarno di studiare con Nano3
16.15-16.35 esercizi di Dedé
16.40-17.15 merenda di Dédé, con inclusa videoconferenza con i nonni, commossi di assistere al pasto del principino, che sorrideva loro sullo schermo lasciando colare fuori dalla bocca lo yogurt
17.15-18.30 Dedé piagnucoloso, da consolare
18.30-18.45 bagno di Dedé
18.45-19.00 facebook
19.00-19.20 esercizi di Dedé
19.25-20.00 telefonata di Monsieur (che in questi tre giorni è via)
20.00-20.05 cominciata la cena di Dedé
20.05 irruzione di Nano1 e Nano2, riportati a casa da Grand-maman e zietta. Scesa giù per andare a recuperarli
20.05-20.20 preghiera, lavaggio denti, pipi' dei nani "grandi" (Dedé nel frattempo sopportava eroicamente l'interruzione inaspettata del suo semolino)
20.20-21.00 Dato semolino a Dedé. Il suo era diventato freddo e non gli piaceva più, quindi gli ho dato il mio che era ancora nella pentola. E il suo non ho potuto mangiarlo perché era pieno di saliva.... (Quando si dice togliersi il pane di bocca per i propri figli... non si sa quanto sia peggio togliersi il semolino di bocca quando si ha fame!).
21.00-21.10 date medicine varie a Dedé (3 in bocca, una nell'orecchio e 2 aerosol, grazie a Dio non c'era anche la supposta)
21.10-21.30 preparato cibo per sostituire il semolino e mangiato
21.30-22.15 scritto il presente post, intervallato con chat con l'Amica che sta in America...
Ecco quindi la mia giornata di STUDIO!!!
Se venerdi' mi boccia posso almeno contare sulla vostra solidarietà? O mi direte anche voi "ben ti sta, chi tte llo faffà?"?

lunedì 26 ottobre 2009

Meringhe e sado-maso

Nano1: "Mamma, io vovvei tanto aveve una sorellina"
Isa: "Eh si', sarebbe bello un giorno" (pensieri e parole... identità o differenza?)
Nano1: "Ma le sorelline camminano?"
Isa: "Certo"
Nano1: "E perché i fvatellini non camminano?"
Isa: "Ma si' che camminano in fratellini!"
Nano1: "E allora pevché Dedé non cammina?"
Isa: "Lo sai che Dédé è un po' speciale, ma vedrai che anche lui camminerà". (volevo anche dirgli di consultare il mio primo post, ma poi mi sono ricordata che non l'ho ancora autorizzato ad accedere ad internet...).
Nel frattempo ho fatto le mie prime meringhe e devo dire che non erano per niente male. Anche Monsieur ha apprezzato. Lui le ama molto quindi a dire il vero sono andata sul sicuro.
La cucina come rifugio. Devo approfondire questo tema. Per me è cosi'.
I miei 25 (magari!) lettori assetati di letture appassionanti possono ritrovare Isa in casa dopo una lunga assenza non priva di avvincenti avventure alcune delle quali meritano un resoconto che non ho naturalmente il tempo di fare oggi. D'altronde, come dice il mio caro lettore fisso del cuore, se qualcuno si chiede perché non ho scritto, legga i post precedenti per sapere come ho impiegato il tempo.
Due novità degne di nota:
-Dedé ha agitato una maracas, APPOSTA
- Dédé ha battuto su un tamburo con una bacchetta, APPOSTA
Tutto cio' con la sua cara educatrice di psicomotricità che quel giorno si era messa una tenuta che appena l'ho vista mi son detta "oggi Dédé farà sicuramente qualcosa di nuovo": leggins neri, stivali neri e top di cuoio nero con tanto di laccetti. Trucco scuro. In breve: la perfetta maîtresse sado-maso. Comunque ha funzionato. Habitus non facit monachus.
Venerdi' ho un esame: "Normae generales". Si' si' il titolo è in latino. Molto palloso.
Per giunta qui sono cominciate le cosiddette "vacances": vuol dire che quella bellissima istituzione che è la scuola, che permette alle mamme di respirare, che canalizza le intenzioni e gli atti esplosivi dei bambini, che insegna loro tante belle cose, ebbene, E' CHIUSA. Quindi Nano1 sul groppone tutti i giorni. In questo paese ogni 5 settimane di scuola ci sono due settimane di vacances. Che termine inappropriato, quasi ironico nel mio caso. Bah, francesi...
Come studiare? Viva la siesta dei bambini e il sonno precoce della sera. Chi vivrà vedrà.
Grazie del vostro sostegno, esasperati lettori.

domenica 11 ottobre 2009

Il sesso debole

L'altro giorno Monsieur ha lavorato in effetti tutta la notte, è rientrato alle 6.30 del mattino ed è ripartito alle 7.15 per prendere il treno per quella città a 200 km da qui in cui lavora. Doveva consegnare il progetto per il concorso. Ha passato 2 notti là ed è tornato venerdi', per poi ripartire sabato mattina presto per tornare là, questa volta in macchina, e tornare a casa sabato alle 16.30 (è molto confortante sapere il marito in macchina per 400 Km andata e ritorno dopo una notte saltata ed molte altre in miniatura).
Questo è stato il programma di Monsieur in questi giorni. Conseguenza? Isa è un cadavere ambulante ma ancora per poco, fra qualche istante sarà un cadavere neanche più ambulante ma immobile.
Venerdi' e sabato mattina sono andata in quel luogo che per me fa la funzione di hammam, di cura di bellezza, di luna park, di droga e di cinema tutto insieme, quel posto che mi serve per sentirmi leggera, per sentirmi me stessa, che mi fa ESISTERE ed essere una PERSONA, ossia all'università. Lo so lo so, c'è chi dice che è da masochisti, chi dice che sono una pazza (e non si sbaglia), chi dice che capisce che mi faccia bene, chi dice che dovrei usare il mio tempo e le mie energie in altro modo che andando a lezione e studiando invece di dormire, ma io voglio farlo.
Intanto mi permette di percepire quella parte del mio corpo che per qualche anno è stata in letargo e che si chiama cervello. Poi mi permette di vedere che esiste qualcos'altro oltre al mondo in miniatura in cui vivo. Provate ad entrare nelle casette in miniatura fatte per i bambini, che si trovano nei parchi di attrazione o altro. Si sta stretti e non si puo' alzare la testa, ma sono tanto belline. Ecco, all'università ho la stessa sensazione di quando, dopo essere usciti da di queste meravigliose casine, si puo' raddrizzare la schiena e respirare l'aria aperta: niente bimbi in braccio, niente urla, niente litigi da gestire, niente orari da condurre, da rispettare, carovana da spingere, niente richieste incessanti, ma solo me stessa da portare, le mie orecchie e la mia mente possono lasciarsi riempire di cose interessanti, brillanti, uno scopo da raggiungere, e quando cammino non rischio ad ogni istante di inciampare in un nanetto. Posso mangiare un panino con un'amica invece di ingurgitare qualcosa imboccando tre nani con una mano (finché l'altra tiene in braccio Dedé). Insomma, lo so che è una fuga, che mi fa uscire dalla realtà, lo so che per un momento poso il fardello che è mio e che questa liberazione temporanea puo' sembrare artificiale, ma mi fa un bene... In ogni caso sicuramente alla mente, al fisico non proprio perché mi stanco molto. Comunque il 30 ottobre ho un esame e non so proprio come faro' per prepararlo. Chi vivrà vedrà.
Idem per il concorso di Monsieur: non si sa ancora chi ha vinto ma terro' aggiornato il blog (tanto so che nessuno lo legge, quindi non costerà molto lo champagne per brindare in caso di esito positivo).
Questa sera Tatà, che sta acquisendo la nozione di proprietà e di prestito, ne ha detta una delle sue.
Gli ho detto "Tatà, ti do la carne".
Mi ha chiesto "La canne tritata?" (per lui è la carne macinata).
Gli ho risposto "No, la carne di maiale".
E lui: "Pesta maiale?" (=me la presta il maiale?).
Non ho avuto proprio il coraggio, nello stato pietoso in cui ero, per giunta, di spiegargli cosa significa che la carne è quella di un vero maiale che è stato ucciso perché noi potessimo mangiarlo... Piccolo.
Devo dormire perché schiatto. E come previsto, Monsieur dopo le sue giornate e nottate di lavoro è in forma quasi perfetta, mentre io mi trascino. E' vero che c'è il sesso forte e il sesso debole (altrimenti detto "gentil sesso", perché? si chiede Monsieur, e non a torto), ma perché è il sesso debole che deve fare il lavoro più duro?

martedì 6 ottobre 2009

Ratatouille

Una stanchezza colossale. Ieri mattina finché Dédé faceva la psicomotricità mi sono addormentata sulla sedia guardandolo. Chissà cos'avrà pensato la tipa. Questa mattina sveglia alle 5.25: Dédé piangeva. Preso in braccio, coccolato e rimesso giù, ma poi non sono più riuscita a dormire: cuore in gola, sobbalzavo al minimo rumorino, persino se Monsieur si muoveva. Pensavo di poter recuperare alla siesta, ma anche li' Dédé si è fatto sentire troppo presto...
Ed eccomi qui, reduce da tre bagni ai nanetti, tre cene ai nanetti, un pomeriggio di braccio di ferro con Nano1 che aveva deciso di farmi arrabbiare molto... e ci è riuscito, ma alla fine mi ha detto "Mamma, non ti diro' più le bvutte cose che ti ho detto, saro' mooolto bvavo, mooolto obbediente, semprve sempve sempve.... Mi dai una sovpvesa?". Al che stavo per saltar su per fargli la lista di tutte le buone ragioni per cui non era proprio il caso di dargli un regalo, ma ho deciso di tagliar corto dicendo NO. Si è rassegnato, forse ha anche capito che stava esagerando...
Monsieur mi ha chiamato alle 21 dicendo che i suoi soci vogliono lavorare tutta la notte per finire un progetto per domani. Io gli ho ingiunto con tutta la mia scarsa autorità di prendere assolutamente l'ultimo treno (che sarà verso l'1) per non dover tornare in taxi quando i treni non ci sono più. Visto che è da 15 giorni che andiamo avanti con questo ritmo mi sa che me lo trovero' schiattato per eccesso di stanchezza. Non so come faccia a sostenere ritmi simili. Anzi lo so... (no, non sniffa coca).
Pero' in fondo non è male quando il marito non torna e per giunta mangia una pizza in ufficio e non bisogna neanche lasciargli la cena pronta (gli ho comunque lasciato qualcosa per integrare quando arriverà). Beh, diciamo che dico cosi' solo perché i nani sono a letto. Un'ora e mezza fa nel pieno dei bagni e delle urla selvagge non lo avrei detto. Pero' adesso, con il solo rumore soave della lavapiatti che fa il suo lavoro e la prospettiva di mettermi a letto con "Julie & Julia", sono abbastanza soddisfatta della mia solitudine. A proposito, non sono tri-lesbicomane, Julie & Julia non sono le mie amichette, ma è il libro da cui è stato tratto il MIO film, che peraltro porta lo stesso titolo.
A proposito di questo libro devo dire che è uno dei rari caso in cui il film è veramente meglio.
Comunque si lascia leggere, e si puo' trovare qualche ricetta interessante. Come se non mi bastasse il mio metro e mezzo di libri di cucina nella libreria per soddisfare la mia sete di sapere (e di fare) in questo campo.
Eh si', devo confessare che cucinare è una delle attività che preferisco. Ovviamente devo farlo sempre per qualcuno, la cucina deve essere sempre "dedicata", è quello il bello... In più nel mio caso cucinare è una specie di attività clandestina che devo fare chiudendo il cancelletto di legno della cucina, gestendo a distanza le dispute accanite di Nano1 e Nano2, e spesso tenendo in braccio Nano3, oppure finché i due Nani maggiori sono nella vasca da bagno e Nano3 gioca per un po' miracolosamente tranquillo. E' una specie di sfida per non lasciarsi sopraffare completamente dai NANI. E mi da una gran soddisfazione poter produrre qualcosa di buono NONOSTANTE LORO. Per giunta appena faccio uso del robot da cucina Nano1 si avvicina subito con aria inquisitoria e chiede "Mammaaa, cosa faaai? Una tovta??" . Perché in tal caso deve assolutamente partecipare, con il suo grembiule miniatura, il suo mini-mattarello e i suoi stampini. Mi è già capitato di mentire (con grande senso di colpa da mamma snaturata che esclude il figlioletto volonteroso e entusiasta da un 'attività che potrebbe essere molto divertente per lui ma molto più lenta per Rapid-Isa) e dire che stavo tritando qualcosa per "la pappa". Comunque ogni tanto faccio una torta o delle madeleines con lui.
Ieri per esempio ho fatto (ma da sola) per cena, per il mio caro maritino stanco (che ha mangiato alle 22) un bell'arrosto di maiale al latte (non molto cacher) con una ratatouille (la mia amica Isabelle a pranzo mi ha mostrato e fatto annusare quella che lei aveva fatto il giorno prima, e si sa che la ratatouille è sempre migliore il giorno dopo..., comunque non me l'ha fatta assaggiare, bah, francesi...). Il maritino ha apprezzato, che bei momenti...
In effetti per non so quale legge di Murphy o di chi altro, ogni volta che Monsieur cena a casa si scopre che a mezzogiorno ha mangiato la stessa cosa. E quindi di solito, anche se il mio modo di preparare le cose è infinitamente migliore (proprio perché "dedicato", con amore...) di quello dei ristorantini parigini o havresi da lui frequentati, il suddetto marito fa fatica ad apprezzare la ripetizione (... e "repetita iuvant"?? Bah, francesi...). Ebbene ieri sera grazie a Dio non aveva mangiato la stessa cosa, per cui ha potuto apprezzare i miei sforzi.
Anche i nanetti hanno mangiato volentieri, anche se qualche boccone ha dovuto essere presentato come una macchina "dei cattivi", seguito a ruota (manda giù subito subito!) da una macchina della polizia, e qualche altro come un aereo carico di ... lupi seguito da quello dei cacciatori... (al giorno d'oggi lupi e cacciatori si spostano in aereo,come tutti sanno).
Beh, a proposito della mia ingiunzione di cui sopra al marito di tornare con l'ultimio treno, beh, ecco... mi ha appena richiamato confermandomi che deve lavorare tutta la notte. Bella dimostrazione in diretta della mia efficace autorità...
Non mi resta che "Julie & Julia", e se Monsieur vince il concorso si brinda sul blog!

giovedì 1 ottobre 2009

Il bebé castello

Tatà questa mattina continuava a chiedermi di giocare con lui:
- "mammaaa jochi cum meee" (tra il francese e l'italiano ha cercato quello che c'è in comune e deve aver trovato che sono entrambe lingue latine, donde l'utilizzo della preposizione latina).
Quindi, tra la lavatrice da caricare, la lavapiatti da scaricare e i letti da fare ho preso qualche istante per dedicarmi al mio Nano2 del cuore.
Abbiamo quindi deciso di costruire una casa con i duplo, nella quale subito Tatà ha collocato un letto e una pecora duplo sdraiata sopra ("a pecoa fa 'a nanna, ronffff"), non senza averle dato un bacino e avermela porta perché facessi altrettanto. Poi mi ha detto che voleva costruire un castello, quindi abbiamo preso una piccola piattaforma e gli ho detto:
- facciamo un castello, ma piccolo, perché non c'è tanto posto.
- siii facciamo u' bebé cattello!! (lui pronuncia bébé alla francese, con le due "e" chiuse)
Per lui tutto quello che è piccolo è un bebé.
Perfino i piccoli wurstel da aperitivo si chiamano "salsicce bebé", le carote piccole sono carote bebé, i cani di piccola taglia che vede per strada sono "bebé cane", le matite consumate e quindi corte sono "bebé matita", e una volta ha visto una smart e ha detto che era una "bebé màcchela"! (=bebé macchina).
Tutto quello che è grande invece si chiama papà, e quando ho comprato una bottiglia da due litri di latte fresco gli ho detto che era papà latte e sono riuscita a fargli finire il suo biberon mattutino (sempre inspiegabilmente difficile da ingurgitare fino in fondo nonostante sia un ludro per il resto) solo prospettandogli la possibilità di far vedere a papà latte che lo aveva bevuto tutto. Non poteva deluderlo e ha bevuto tutto d'un fiato per poi andare a bussare sulla porta del frigo (= la casa di papà latte) per fargli vedere la sua prodezza.
Bello il mio bebé bambino!

La giornata che comincia senza pietà

Tutti cominciano la giornata consolandosi di essersi svegliati: fanno la doccia, fanno colazione, pregano, o continuano a dormire.
Perché adesso invece devo essere svegliata ogni mattina prestissimo dal pianto del Nano3 e la prima cosa da fare appena riemersa nella realtà è fare gli esercizi? Perché? Perché non posso avere anch'io la consolazione dal trauma del risveglio?
Passare da sonno (con eventuale sogno) nel letto caldo a mettersi in piedi, correre a prendere il piccolo facendo attenzione di chiudere la porta della stanza dove dorme per non fare uscire il pianto svegliando gli altri (no, non portei sopportarne già tre), consolarlo di essersi svegliato per la fame, mettere il tappeto sul tavolo (dopo averlo eventualmente sgombrato), aprire le tende per far entrare quel poco di luce (qui non si puo' certo dire sole) che si degna di apparire a un'ora cosi' precoce, e cominciare a denudare quel piccolo esserino che ha ancora sul viso il segno delle pieghe del lenzuolo, e poi nel freddo annunciargli che è ora di fare gli esercizi, che la mamma lo sa che ha tanta fame ma che bisogna fare gli esercizi e poi potrà mangiare la colazione, ma solo se nel frattempo non è già ora di portare Nano1 all'asilo, e poi fare gli esercizi per 20 minuti con l'occhio (aperto solo per metà, davvero) un secondo su due sull'orologio, ecco, questo io chiamo la sveglia senza pietà.